Articoli da far accapponare la pelle... parlare senza conoscere: brutto vizio.
Come al solito ecco gente che non conosce ciò di cui parla e per scrivere il solito articolo sensazionalistico si butta sui soliti luoghi comuni per cui internet è il male su questa terra.
Io non capisco come ancora adesso si possa dire che un mezzo rappresenti il Male. Un mezzo non può essere intrinsicamente 'buono' o 'cattivo', dipende sempre tutto dall'uso che se ne fa.
Non mi sembra un concetto così difficile.
Secondo l'autore di questo articolo tutti coloro che hanno un blog o un account su youtube sono dei maniacodepressisullorlodicommettereunastrage. Gente che secondo lui è fallita nella vita e che tenta di ritagliarsi un piccolo spazio virtuale.
Ora, sarà che la cosa mi tocca sul vivo visto che vi sto appunto scrivendo da un blog, sarà che ho pure un account su youtube come su altri mille servizi online, ma sono veramente stufa di chi scrive guardando la realtà da fuori e senza conoscerla seriamente.
Internet non è una realtà parallela, internet fa parte della nostra realtà a tutti gli effetti, nel bene e nel male. C'è sempre stata gente pazza in giro, nel mondo prima di internet. E ci sarà anche nel mondo di internet. E' logico. Appunto perché internet fa parte della nostra vita, anche se i cinquantenni di adesso non conoscendolo ne hanno paura e gli imputano tutti i mali del nostro secolo.
Il fenomeno del Web corrisponde più o meno alla rivoluzione della scrittura a caratteri mobili: è come dire che è colpa di Gutenberg se ci sono stati libri che hanno diffuso le idee del nazismo.
Ma il giornalista ha mai avuto a che fare con dei blog? Dico seriamente. I blog non sono un diario tradizionale, non ci si rinchiude in una stanza a scrivere di nascosto (anche perché sarebbe un paradosso visto che per il solo fatto di essere online è accessibile a tutto il mondo!), non sono un momento di solitudine: tutto l'opposto. E' un modo di tenersi in contatto più facilmente, con persone che tuo malgrado magari hai poche occasioni di vedere o sentire, per condividere con gli altri idee, esperienze, momenti, tutto questo mi pare che non sia nemmeno avvicinabile al concetto di solitudine.
E youtube? Non è fatto solo di video che preannunciano le stragi. Quelli sono (grazie al cielo) le eccezioni. E' grazie a youtube e gli altri servizi di hosting di video se abbiamo visto le proteste in Birmania, è sempre grazie a youtube che si è venuti a conoscenza degli episodi di bullismo nelle scuole. Non è che senza youtube queste cose non esisterebbero. Solo non sarebbero documentate. E' questa la differenza. Se preferiamo invece tapparci occhi e orecchie...
Io non nego che il male sia anche online, dico solo che internet riflette la nostra realtà, con i suoi pregi ed i suoi difetti. Penso solo che molti giornalisti abbiano il dente avvelenato perché internet mina il loro posto di lavoro.
It’s revolution baby.